Cauzioni per impianti biogas: come individuare lo specialista assicurativo adatto alla tua azienda

Ogni volta che parlo di biogas con un imprenditore, ripeto sempre lo stesso comandamento: affidati SOLO a uno specialista o rischi guai seri.

Se ormai mi conosci un po’, dovresti sapere che è frequente rischiare di perdere tempo e tanto denaro, se ti rivolgi all’assicuratore generalista per il biogas. Questo è ancora più frequente quando parliamo di fideiussioni o, nel gergo assicurativo, di cauzioni (o polizze fideiussorie).

È molto probabile che tu abbia già capito di cosa sto parlando. Se hai un impianto biogas o vuoi costruirlo, puoi trovarti nella necessità di presentare all’Ente di competenza (Regione, Provincia o Comune) una fideiussione a garanzia del ripristino dei luoghi.

Nel caso non sapessi di cosa sto parlando (magari stai solo pensando di fare un investimento in un impianto biogas per la tua azienda) devi sapere che: secondo quanto previsto dalle Linee guida nazionali sull’autorizzazione degli impianti a fonti rinnovabili (DM 10 settembre 2010), l’Autorizzazione unica deve essere corredata dall’impegno alla corresponsione – all’atto di avvio dei lavori – di “una cauzione a garanzia della esecuzione degli interventi di dismissione e delle opere di messa in pristino, da versare (…) mediante fideiussione bancaria o assicurativa (…)”.

Lo scopo di questa fideiussione è garantire all’ente di competenza che – una volta giunti al termine del ciclo di vita dell’impianto – tu lo dismetterai, provvedendo a tue spese allo smaltimento e ripristinando in questo modo l’area dove sorgeva.

L’importo garantito dalla fideiussione è stabilito grazie a una perizia asseverata fatta da uno studio peritale competente, che in pratica calcola a quanto ammonterebbero i costi per dismettere l’intero impianto.

Quindi potresti avere un obbligo di legge. Dico “potresti” perché dipende da dove ti trovi, da dove vuoi costruire l’impianto e dalla sua potenza (kw). A seconda di queste variabili, potresti dover presentare la fideiussione alla Regione o alla Provincia o al Comune in cui sorgerà l’impianto.

ATTENZIONE!

In questo caso, fideiussione bancaria e polizza fideiussoria assicurativa si equivalgono.

Non mi voglio dilungare sul fatto che sia più conveniente utilizzare lo strumento assicurativo, rispetto a quello bancario. Ti basti sapere che è più conveniente la polizza assicurativa perché è più facile ottenerla rispetto alla fideiussione bancaria. Nella maggior parte dei casi, costa meno ed eviti anche di immobilizzare del denaro in banca che invece potresti utilizzare per altre cose.

Il problema è che – come spesso capita nel nostro paese – qualcuno ha voluto complicare ulteriormente le cose. Il testo della fideiussione NON è standard per tutta Italia. Ed è proprio qui che devi prestare doppia attenzione. Ci sono degli enti che, a loro discrezione, possono stabilire delle condizioni particolari per quanto riguarda la durata e le modalità di incameramento della garanzia (la cosiddetta escussione).

Se il tuo impianto sorge in Veneto, per esempio, di norma il beneficiario della fideiussione è la Regione. Questa ha stabilito che la garanzia abbia una durata di 5 anni e che alla scadenza, la mancata o ritardata presentazione di una nuova fideiussione per ulteriori 5 anni è un motivo per poter escutere la polizza (= chiedere alla Compagnia di pagare l’intero importo garantito).

Ma cosa comporta tutto questo? In che modo va a colpirti?

Presto detto!

Trattandosi di una fideiussione, la Compagnia poi si rivale su di TE e ti chiede di pagare l’intero importo.

Ma non è tutto! La mancata o ritardata presentazione della fideiussione comporta il mancato rilascio o la revoca dell’autorizzazione all’esercizio dell’impianto… il che significa che il GSE NON ti paga l’incentivo per la produzione di energia.

In pratica… senza fideiussione la tua attività si ferma (o non parte nemmeno)!

Quindi – se hai un impianto da 1 mega – perdi circa 200.000 euro al mese di fatturato.

A questo punto, probabilmente cominci a capire perché all’inizio di questo articolo ti ho detto che affidarsi a uno specialista è vitale.

Lo sa bene A.B. di Loreggia (PD). Circa un anno fa ci ha contattati perché – nonostante il suo impianto in costruzione fosse inferiore come potenza a quanto previsto per l’obbligo di presentazione della garanzia – l’acquisizione di un contributo statale aveva fatto sì che tale obbligo fosse invece valido anche nel suo caso.

Ma andiamo per ordine.

Voglio raccontarti nei dettagli quello che è successo perché questo caso è davvero emblematico e può davvero farti capire un passaggio fondamentale che purtroppo sfugge alla maggior parte degli imprenditori del biogas (e NON per colpa loro). A novembre del 2016, A.B. decide di far costruire nella sua azienda agricola un impianto biogas da 100kw.

Un investimento di circa € 1.000.000, di cui 200.000 tramite un contributo statale e circa € 400.000 finanziati da una banca.

A.B. scopre che deve presentare la fideiussione per la dismissione dell’impianto e che la stessa può essere fatta sotto forma di polizza assicurativa. Decide, quindi, di rivolgersi al suo assicuratore. Un agente di una nota compagnia assicurativa, che fino ad allora lo aveva seguito in tutte le polizze, sia dell’azienda sia personali.

E qui iniziano i problemi…

Ma A.B. ancora non lo sa. Dà per scontato che – trattandosi di una polizza fideiussoria – il suo assicuratore conosca perfettamente la materia e sappia come gestire al meglio la pratica per fargli ottenere il risultato.

Peccato che non è affatto così…anzi.

La materia assicurativa è davvero MOLTO vasta. Gli assicuratori generalisti masticano più comunemente tutto ciò che riguarda RC Auto, polizze vita, previdenza complementare…

Poi esistono alcuni rami assicurativi più complessi in cui deve mettere le mani soltanto un professionista.

Bisogna studiare, approfondire, applicare.

Un esempio è proprio il ramo cauzioni. Bisogna sapere

  • quali documenti chiedere
  • come leggere un bilancio
  • come presentare la pratica alla Compagnia
  • E molto altro…

Insomma dietro c’è un lavoro che il 99% degli assicuratori NON sa o non vuole fare.

Quindi cosa succede quando chiedi questo tipo di polizze a un generalista? Beh succede che – per la maggior parte delle domande – ricevi risposte come: “M’informo con la Compagnia”, “Ti faccio sapere”, “Non preoccuparti, vedrai che sistemiamo”… e si limitano a “passar carte” alla direzione.

In questo modo, di certo l’intermediario non aiuta nemmeno la sua compagnia. In direzione, infatti, c’è uno che deve decidere se autorizzare o meno la polizza… ma se gli viene inviata la pratica con i documenti incasinati e senza alcun tipo di presentazione del rischio da parte dell’intermediario…

… nel 99,9% dei casi la richiesta verrà bocciata.

Ed è esattamente quello che è successo ad A.B.. L’assicuratore gli ha chiesto prima dei documenti. Dopo qualche settimana, gliene ha chiesti altri. La sua Compagnia ha dato riposta negativa e lui ha iniziato a chiedere ad altri colleghi che a loro volta hanno chiesto ad altri… e così via.

Nessuno però era uno specialista, né si prendeva a cuore il problema di A.B… tutti davano soltanto risposte superficiali e si limitavano a passare la patata bollente.

Da professionista, ritengo che questo sia ancor più grave. Perché nessuno si è messo nei panni del cliente e si è reso conto di quello che avrebbe significato per lui non ottenere la polizza entro i tempi utili. Per ottenere il contributo statale c’era una scadenza da rispettare e senza questo la banca a sua volta NON avrebbe concesso il finanziamento.

Insomma l’intero progetto rischiava di saltare.

Tanto per farti capire il dramma, ti basti sapere che la pratica nel giro di 4 mesi aveva fatto il giro di decine di agenzie assicurative, di cui ben 5 della stessa Compagnia. È abbastanza facile capire che – se una Compagnia dice NO a una richiesta avanzata da un’agenzia – non è che può dire di sì a un’altra.

E sai qual è la beffa oltre al danno?

Di tutto questo il cliente era all’oscuro. Da quel che ne sapeva lui, la pratica era in mano al suo assicuratore.

Che i documenti avessero girato in tutte quelle agenzie, l’abbiamo scoperto NOI dopo essere stati interpellati. A questo punto, abbiamo raccolto subito tutti i documenti necessari e siamo andati a presentare la pratica direttamente a una Compagnia che sapevamo potesse fare la polizza.

E finalmente… otteniamo l’autorizzazione!

Ti aspetti un “E vissero tutti felici e contenti”, vero?

E invece no!

Succede un fatto incredibile.

Due giorni dopo aver ottenuto risposta positiva, la stessa Compagnia ci invia una mail di rettifica, comunicandoci che avrebbe dovuto revocare l’autorizzazione perché la pratica era già stata rifiutata ad altre agenzie!

Alla fine abbiamo trovato comunque la soluzione con un’altra Compagnia e ovviamente il cliente ci è stato infinitamente grato.

Ma qual è la morale di tutta la vicenda che ti ho raccontato?

Il punto è che – se il cliente si fosse rivolto subito a un vero assicuratore professionista specializzato nel biogas – avrebbe risparmiato mesi di tempo, denaro e avrebbe dormito sereno senza doversi preoccupare di NON vedere realizzato il suo progetto.

E se succedesse a te, sapresti a chi rivolgerti?

Il tuo consulente assicurativo saprebbe aiutarti nel gestire un problema di questo tipo, senza farti perdere tempo prezioso e senza farti venire gli incubi la notte?

Uno specialista competente può fare davvero la differenza e farti dimenticare tutti questi problemi.

Se vuoi scoprire come blindare il tuo investimento una volta per tutte, senza temere brutte sorprese, scarica gratuitamente la nostra Guida sulle CAUZIONI: saprai esattamente come comportarti e cosa fare nel caso avessi bisogno di una fideiussione come questa.

 

2018-07-04T22:33:10+00:00

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